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Un sapiente impasto di farine di grano duro e tenero, uova, e – tradizionalmente – le mani esperte delle donne di Langa: nascono così, dopo ore di paziente lavoro, i tajarin, pasta tradizionalmente fatta, stesa e tagliata a mano.
Un sapiente impasto di farine di grano duro e tenero, uova, e – tradizionalmente – le mani esperte delle donne di Langa: nascono così, dopo ore di paziente lavoro, i tajarin, pasta tradizionalmente fatta, stesa e tagliata a mano. La preparazione è lunga con la sfoglia stesa sempre più fine, fino a raggiungere lo spessore desiderato; prima di essere tagliati vanno fatti asciugare per almeno mezz'ora affinché non si incollino.
Perfetti se conditi con un sugo leggero e delicato, capace di fondere il gusto deciso delle olive nere con quello amarognolo dei carciofi, nell’abbraccio aromatico della maggiorana.
A proposito di carciofi, sapete perché qualunque cosa gustiate dopo averli mangiati sembra dolce? Dipende da un polifenolo in essi contenuto che produce questo effetto particolare: la cinarina inibisce temporaneamente i recettori delle papille adibiti alle note dolci, così che, quando per esempio facciamo seguire a una fettina di carciofo un goccio di acqua, i recettori iniziano a lavorare di nuovo e il contrasto repentino inganna il cervello, inducendolo a pensare che abbiamo appena ingerito un cucchiaio di soluzione zuccherina.
Mettete in una pentola capiente (altezza minima 30 cm, diametro 25 cm) 4 litri di acqua e 50 grammi di sale grosso, ponete sul fuoco e portate l'acqua a ebollizione. Nell'attesa, aprite il barattolo del sugo e versatene il contenuto in una padella, scaldandolo fino a bollore con 30 ml di brodo vegetale o acqua. Quando l'acqua della pentola bolle, tuffatevi i tajarin e, appena l'acqua riprende a bollire, scolateli con un colino. Fate saltare in padella (diametro 30 cm) per 1-2 minuti con il sugo, aggiungendo un cucchiaio (circa 15 grammi) di olio EVO così da renderli più morbidi e legati. Servite quindi i tajarin con l'aiuto di una pinza, disponendoli in un piatto fondo.
ATTREZZATURA: Pentola capiente (altezza minima 30 cm, diametro 25 cm), padella (diametro 30 cm), colino, pinze.