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Menù Vegetale Gustoso
Nutriente e colorata, da secoli la zucca occupa un posto di privilegio sulla collina di Magliano Alfieri, nel cuore del Roero, oltre che nelle province di Cuneo e Asti. L’ortaggio simbolo dell’autunno ha moltissime proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ma anche una rilevanza folcloristica che la rende l’ortaggio delle feste per eccellenza, nonostante Hallowe’en nulla abbia a che vedere con la tradizione piemontese. Intagliata, infatti, diventa l’ornamento che ben conosciamo. La sua polpa è sempre più usata per la skin care naturale e in musica è usata come rudimentale strumento musicale.
Versatile e ricca, sono centinaia le sue varietà. Nella cucina piemontese è tipica quella di Piozzo, comune che ogni anno ne ospita la sagra e che nelle edizioni passate ha premiato le zucche più grandi del territorio.
LO CHEF SEI TU!
Aprite il sacchetto e adagiate il tortino su una teglia foderata con carta da forno. Nel frattempo, riempite una pentola di acqua e mettetela sul fuoco.
Non appena l’acqua raggiunge il bollore, mettere a bagnomaria la fonduta e fatela scaldare dolcemente.
Accendete il forno a 180°. A temperatura ottimale, infornate il tortino per 7/8 minuti.
Impiattate disponendo due cucchiai di fonduta al centro del piatto come base per il tortino, adagiato con l’aiuto di una spatola. Servite caldo.
Abbinamento consigliato:
ROERO ARNEIS D.O.C.G. Brut Millesimato o ROERO ARNEIS D.O.C.G.
L'agrodolce, “Bon aptit” (“buon appetito” in dialetto piemontese), o giardiniera, è un piatto della tradizione recentemente tornato in voga per il suo basso apporto calorico. Ogni estate l'orto fornisce verdure con le tonalità fresche e vivaci di un giardino fiorito che, raccolte a piena maturazione, sono estremamente saporite e profumate: è il momento in cui si preparano le conserve da utilizzare durante l'inverno. L'agrodolce – che deve il suo nome al gradevole accostamento di due dei cinque gusti fondamentali – è il frutto del lavoro di abili mani che raccolgono, puliscono, tagliano e cuociono queste verdure per mantenere, nei mesi freddi, i colori e i sapori dell'estate. La sua preparazione richiede ore di sapiente lavoro. Può essere consumato con l'aggiunta di uova sode, olive e tonno che ne esaltano il sapore e lo rendono un piatto completo e ricco.
LO CHEF SEI TU
Dopo averlo estratto dal frigo e lasciato riposare a temperatura ambiente per 15 minuti, aprite il barattolo, versate il contenuto nei piatti da portata e con l'aiuto di uno stampo e un cucchiaio date una forma armonica al tutto: potete guarnite con 2 uova sode e 40 g di tonno in olio di oliva sgocciolato. Mettete a cuocere le uova in 1 l di acqua fredda non salata, in un pentolino (altezza 15 cm, diametro 10 cm); quando prenderanno il bollore, lasciate cuocere per 10 minuti. Quindi lasciatele raffreddare sotto acqua corrente fredda per 1-2 minuti, eliminate il guscio e tritate finemente, aggiungendo quindi all'agrodolce. Aggiungete infine 40 g di tonno, dopo averlo scolato dal suo olio.
La tradizione in cucina spesso nasce dall’inventiva e dalla necessità che mutano in virtù. È ciò che è successo ai ravioli al “plin” (letteralmente “pizzicotto”) in Piemonte.
Un tempo, la chiusura dei lembi di pasta con la pressione dei polpastrelli serviva a sigillare un ripieno di carni miste, avanzate precedentemente, per evitare sprechi. La tradizione è rimasta, per quello che è diventato oggi un prodotto di assoluta eccellenza.
Questa ricetta sale un po’ di quota, arrivando alla “malga”, il pascolo tipico delle Alpi dove vengono condotti i bovini durante le estati piemontesi. All’interno della pasta - realizzata con uova fresche e grano locale - troviamo così tome d’alpeggio e fontina.
In epoche più remote, si soleva servire i plin “al tovagliolo”, senza alcun condimento, magari accompagnati da una tazza di brodo caldo.
COSA MI SERVE
Mettete in una pentola capiente (altezza minima 20 cm, diametro 25 cm) 2 litri di acqua e 30 g di sale grosso, ponete sul fuoco e portate a ebollizione.
Nell’attesa, sciogliete in una padella (diametro 25 cm) 50 g di burro con 20 ml di acqua.
Quando l’acqua della pentola bolle vivacemente, tuffatevi i ravioli del plin e, appena l’acqua riprende a bollire, calcolate 2 minuti di cottura dal momento in cui il bollore ricomincerà, quindi scolateli con l’aiuto della schiumarola e poneteli nella padella insieme alla salsa di burro.
Fate saltare in padella (diametro 25 cm) per 1-2 minuti con la crema di burro ottenuta.
Servite quindi i plin con l’aiuto di un cucchiaio, disponendoli in un piatto fondo.
Eventualmente aggiungete una grattata di parmigiano o lamellate il Tartufo bianco d’Alba fresco a piacere.
Consumare previa cottura - tempo di cottura 1-2 minuti
Nelle dolci colline delle Langhe, salendo di quota, i vigneti lasciano il posto alla Nocciola del Piemonte IGP (tradizionalmente nota come “Tonda Gentile delle Langhe”, fra le migliori al mondo per sapore e qualità organolettiche). Con uova, burro e zucchero è l'ingrediente principale della nostra torta, tipica delle stagioni autunnali e invernali: friabile e asciutta, viene valorizzata al meglio se accompagnata dal nostro zabajone, oltre che da un buon bicchiere di Moscato d'Asti. La ricetta dello zabajone risalirebbe al XVI secolo, quando – secondo la leggenda – lo spagnolo Fra Pasquale de Baylon, in un convento di frati francescani a Torino, per primo consigliò alle donne sabaude questa dolce crema a base di zucchero, uova e Marsala come rimedio per restituire vigore ai mariti pigri. Nel 1722, in suo onore, la dolce crema dalle miracolose proprietà energizzanti e afrodisiache venne battezzata Crema di San Baylon, quindi “Sanbayon”, che dà il nome all'odierno zabajone.
LO CHEF SEI TU!
Aprite la confezione della torta, togliete l'involucro trasparente e il vassoio di cartoncino, appoggiate su un vassoio d'acciaio (diametro 30 cm), quindi scaldate leggermente in forno per 10 minuti (ventilato a 80 gradi). Tagliate dunque la torta a piacere (a spicchi o a quadretti) e servite accompagnandola con lo zabajone. Lo zabajone può essere servito a temperatura ambiente, direttamente dal barattolo, o leggermente scaldato. In quest'ultimo caso, travasatene il contenuto in un pentolino (altezza 10 cm, diametro 20 cm), che andrete a immergere in una padella (altezza 10 cm, diametro 30 cm) contenente 1 l di acqua portata a temperatura di ebollizione per scaldare a bagnomaria per 1-2 minuti.